
“Tesoro, avrei tantissima voglia di mangiare una lasagna vegana o dei noodles“, quasi incollata al divano, il sabato sera, ripeto noiosamente a mio marito davanti a un film.
Ma forse per l’ultima volta.
Pigri a volte per uscire, padroni di uno strumento virtuale qual è lo smartphone, tutti potremo a breve, grazie ad una semplice App, ordinare quella cena o quel piatto nel momento stesso in cui prepotente il suo desiderio si manifesta nella nostra mente.
Che si abbia voglia di carbonara o di pizza, che ci si trovi in ufficio o a casa d’amici, basta aprire l’iconcina sul telefono, geolocalizzarsi per vedere il ristorante della zona, prenotare il pasto e pagarlo con carta di credito o paypal. Da quando si è ultimato l’ordine online, in un tempo contenuto e con una maggiorazione esigua di circa 2.50 euro, eccolo suonare.
E’ il rider se guida la bicicletta, o il driver se in sella ad un motorino, con in mano la nostra ordinazione, calda proprio come se l’avessimo ordinata al ristorante.
Il driver o biker che corre su strada per la consegna dei pasti è una figura-icona del food-delivery. Per candidarsi a questo ruolo basta essere in possesso di un mezzo, di uno smartphone e, ovviamente, di buona salute. Una volta superato il colloquio, ogni driver segnala i giorni e gli orari disponibili, per effettuare le consegne nella sua zona. Box termici, divisa e caricatore sono invece forniti dalle case che offrono il servizio: Deliveroo, Foodora, UberEats. Questi alcuni nomi.
Il fenomeno è nato dall’esigenza di un giovane “servo del lavoro”, un americano trasferitosi a Londra, che trovava difficoltà a mangiare a causa dei suoi ritmi di lavoro frenetici. Ed ecco l’idea di farsi consegnare in ufficio piatti dei suoi ristoranti preferiti.
Il fenomeno si è consolidato a Londra circa sei mesi fa ed è oggi presente in molti Paesi: Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Spagna e anche in Italia.
Il food-delivery è al momento diffuso in Italia a Milano, Roma, Piacenza, Firenze con oltre 1000 ristoranti affiliati alla piattaforma e sta registrando un aumento esponenziale di iscritti e di ordini.
Si espanderà presto anche nelle province di Marche ed in Abruzzo?
Sarebbe sicuramente una novità per i cittadini, ma soprattutto per i ristoratori un’opportunità allettante per allargare il proprio business e la propria clientela portando le proprie specialità anche a casa di chi, con il freddo invernale, getterebbe via volentieri le chiavi di casa.